Versi 667 - 709 - Civiltà Greca

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Folla di vecchi s’addensi ant. II
intorno ai bracieri senili, fumanti.
Goda di buon governo lo Stato
nel culto di Zeus maestoso, di Zeus
Patrono, che regola il cosmo con legge
imbiancata dal tempo.
Sia perenne fiorire di nuovi prodotti
per Argo: è la nostra preghiera!
Artemide vegli
sulle doglie materne.
Strage che strema la carne non prema str. III
devastante alle mura di Argo
armando Ares — si spegne la festa,
la musica tace, pianto dilaga —
e scontro intestino.
Stormo di febbri si radichi
via di qui, mestizia remota;
sorrida Apollo Liceo
alla fresca forza di Argo.
Zeus trasformi in giardino felice ant. III
questo suolo, frutteto perenne.
Figlino mandrie, greggi ai recinti.
Rigoglio di vita, grazie ai Potenti!
Offrano miti poemi agli altari
i cantori: da labbra innocenti
s’annodi alla lira la voce sorella!
Non ceda i poteri, faccia tesoro di sé str. IV
la classe che domina Argo,
Potere prudente che pensa per tutti.
Accordi equi trattati
alle genti straniere, prima
d’imbracciare la Guerra. Eviterà sfacelo.
S’eterni il culto degli dèi locali ant. IV
patroni di Argo: bestie immolate
all’uso dei padri, frasche d’alloro.
Poi l’ossequio a chi diede la vita:
è scolpito per terzo nel codice
di nobile, somma Giustizia.
(trad. di E. Savino)
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