Testo italiano c - Civiltà Greca

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ALCESTI
Figli, lo avete sentito con le vostre orecchie vostro padre dire che mai vi imporrà una matrigna, che non mi farà questo torto.
ADMETO
Lo ripeto, e terrò fede all'impegno.
ALCESTI
A questi patti, accogli i nostri figli dalla mia mano.
ADMETO
Li accolgo, come amato dono di una persona amata.
ALCESTI
Gli farai tu da madre, al mio posto.
ADMETO
È davvero necessario, visto che vengono privati di te.
ALCESTI
O figli, scendo nell'aldilà proprio quando dovevo vivere.
ADMETO
E io, cosa farò io, senza di te?
ALCESTI
Il tempo ti consolerà: i morti non sono più niente.
ADMETO
Portami con te, per gli dèi, portami laggiù.
ALCESTI
Non basta che io muoia al tuo posto ?
ADMETO
O mio destino, di che moglie mi privi!
ALCESTI
La tenebra già mi scende sugli occhi.
ADMETO
Ma io sono perduto, se tu mi vieni a mancare, moglie.
ALCESTI
Puoi dire di me, ormai, che non sono più nulla.
ADMETO
Solleva il volto, non lasciare soli i tuoi figli.
ALCESTI
Io non lo voglio, ma vi devo dire addio, figli.
ADMETO
Guardali, guardali, ti prego.
ALCESTI
Io non sono più nulla.
ADMETO
Che fai? Ci abbandoni?
ALCESTI
Addio.
ADMETO
È lo sfacelo, per me.
CORO
Se ne è andata la moglie di Admeto, è morta.
FIGLIO
str.
Povero me, che sorte crudele la mia. La mamma
mi è stata rapita dalle tenebre,
è morta. Padre mio, mi ha abbandonato,
mi ha lasciato orfano. Come sono infelice.
Guarda i suoi occhi sbarrati, le mani rigide.
Rispondimi, ascoltami, madre,
ti prego. Io ti invoco, madre, io,
il tuo piccolo,
accosto il mio viso al tuo.
ADMETO
Non vede più, non sente più: che tremenda disgrazia ha colpito voi e me.
FIGLIO
ant.
Padre, sono un ragazzo e mi ha lasciato solo,
mia madre, solo: è un dolore tremendo.
E tu hai patito con me, sorella.
Padre,
sono state inutili le tue nozze:
non siete giunti a vecchiaia insieme.
È morta prima. Te ne sei andata, madre,
e la nostra famiglia è distrutta.
CORO
Admeto, devi rassegnarti alla tua sventura: non sei il primo e non sarai l'ultimo a venir privato di una brava moglie.
Tutti noi abbiamo un debito con la morte: ammettilo.
ADMETO
Certo, e la disgrazia non mi è piombata addosso all'improvviso. Lo sapevo e mi ci tormentavo da tanto. Ora, però, devo procedere alle esequie. Restate qui, voi, e fate eco al peana in onore del dio sotterraneo, che non accetta libagioni. Io invito tutti i miei sudditi tessali a prendere parte al lutto per questa donna, a rasarsi il capo, a indossare nere vesti: i proprietari di quadrighe e di puledri da sella recidano con il ferro le criniere dei cavalli. Per un intero anno non deve sentirsi in città musica di flauti, suono di cetre. Non seppellirò mai il cadavere di un'altra creatura a me più cara di questa, né migliore verso di me. Si merita i più ampi onori, perché lei sola ha accettato di morire al mio posto.
CORO
str. a
Addio, figlia di Pelia,
sii felice laggiù
nelle oscure case dell'Ade.
Deve sapere l'Ade, il dio dai neri capelli,
e il vecchio che traghetta le ombre
stando ai remi e al timone,
deve sapere di avere portato sulla sua barca
oltre la palude di Acheronte
la donna più nobile,
sì, la più nobile che esista.
ant. a
Spesso ti celebreranno i poeti
con inni accompagnati dalla cetra
silvestre, a sette corde
o con semplici cori
a Sparta, quando ricorre il ciclo
delle feste Carnee, in autunno,
e la luna si leva alta nel cielo,
a Atene, splendida e opulenta città.
Morendo hai offerto
argomento di canto agli aedi.
str. b
Se dipendesse da me,
se ne fossi capace,
ti riporterei alla luce
dalle case dell'Ade
dalle correnti del Cocito,
trovando remi adatti ai fiumi d'oltretomba.
Perché tu sola, prediletta fra le donne,
tu hai liberato, liberato il tuo sposo dalla morte
sacrificando la vita.
Che la terra ti sia leggera.
E se tuo marito
accogliesse una nuova moglie nel suo letto,
grande sarebbe l'odio nostro e dei figli.
ant. b
La madre si è rifiutata di
scendere nella tomba al posto del figlio
e anche suo padre, un vecchio.
Sì, lo hanno messo al mondo,
ma non hanno voluto salvarlo,
disgraziati, e pensare che hanno i capelli bianchi.
Ma tu, fiorente di giovinezza,
te ne vai, precedi il tuo uomo nell'Ade.
Vorrei una compagna come lei
- ma è un destino che capita di rado ai viventi -
starebbe al mio fianco,
sino alla fine, con armonia.
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